Chiusa la mostra “Com’eri vestita?”, contro la violenza di genere

Chiusa la mostra "Com'eri vestita?", esposizione contro la violenza di genere

Si è conclusa la settimana di esposizione della mostra Com’eri vestita? di Amnesty International. Dal 25 febbraio al 4 marzo, infatti, presso la Biblioteca Elio Filippo Accrocca è stato possibile vedere un allestimento di 15 vestiti narranti altrettante storie di violenza. Inoltre,  era possibile leggere le storie in diverse lingue (italiano, inglese e arabo), ma anche ascoltarle con il proprio cellulare, leggendo il Qr Code stampato vicino a ciascun abito. Dunque, è stata un’esposizione inclusiva e interattiva, capace di trasmettere un forte messaggio di condanna contro la violenza di genere, ma allo stesso tempo in grado di trasmettere la necessità di prevenire il fenomeno, attraverso gli strumenti della cultura e dell’educazione.

 

 

La mostra è stata inaugurata il 25 febbraio, insieme alla presentazione del libro Libere! Il nostro NO ai matrimoni forzati, scritto dalla giornalista del Fatto Quotidiano Martina Castigliani. Il libro è stata un’occasione importantissima per entrare in contatto con la piaga dei matrimoni forzati, ancora oggi molto attuali nel mondo. È stato un viaggio tra testimonianze di donne che sono riuscite a ribellarsi, dimostrando che è possibile dire NO ad una delle peggiori forme di violenza che possano esserci: quella di sposare una persona imposta da altri, spesso dalle proprie famiglie, per motivi religiosi, economici, culturali e sociali.

Nel corso della serata del 25 febbraio, come accennato, si è proceduto all’inaugurazione della mostra alla presenza del gruppo Amnesty giovani di Latina. Per le istituzioni locali, è intervenuta la Delegata alle politiche sociali Annamaria Tebaldi.

Nelle mattinate successive sono state accolte le classi terze medie dell’Istituto Comprensivo Cesare Chiominto di Cori: un momento significativo, volto a ribadire la necessità di partire dalle giovanissime generazioni per prevenire la violenza di genere.

 

La mostra è stata supportata dal programma europeo Eu Values, partenariato strategico (di cui l’APS Polygonal è parte) finanziato dal programma Erasmus+ nel campo della gioventù, volto a sviluppare un set di competenze e un percorso di apprendimento per i giovani sui valori e le istituzioni dell’UE, stimolando la partecipazione dei cittadini, i processi di inclusione, il rispetto della diversità, il benessere e la sostenibilità.

Nel complesso, la mostra ha visto la partecipazione di centinaia di persone di diverse fasce d’età. Un numero significativo e importante, che lascia intendere che il problema è molto sentito e necessita di costante attenzione.

La mostra fa parte della campagna #IoLoChiedo, volta a chiedere un adeguamento della legislazione italiana alle norme internazionali, modificando l’articolo 609-bis del codice penale per considerare reato qualsiasi atto sessuale senza consenso.

Dal pomeriggio del 4 marzo, l’esposizione è visitabile a Latina, presso la sala polifunzionale in Viale XVIII Dicembre.

Grazie mille a chi ha reso possibile questa importantissima esperienza di diritti umani: alla squadra dell’APS Polygonal, al gruppo Amnesty giovani di Latina e a Martina Castigliani e alla Delegata Annamaria Tebaldi.

 

 

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